Disegno tecnico industriale

diventa il parametro caratterizzante. Ciò ha indubbiamente rilevanti contenuti estetici e culturali, ma è di scarso aiuto nella definizione formale ed esecutiva di manufatti tecnici (specie se di limitate dimensioni). Inoltre la rappresentazione prospettica non riesce ad ottenere una completa rispondenza con l immagine risultante dalla visione reale, sia per la mancanza della percezione del rilievo (provocata nella visione reale dalla sovrapposizione delle due immagini distinte captate dagli occhi), sia per la limitazione del cono di visione (l immagine reale copre un campo più ampio grazie a continui spostamenti della pupilla). In definitiva in campo industriale il metodo non trova applicazione perché risulta estremamente laborioso risalire dal disegno alle caratteristiche dimensionali dell oggetto rappresentato, mentre è impiegato in campo architettonico, per la sua efficacia nel definire con maggior illusione realistica i rapporti spaziali. b) Proiezioni parallele, basate su una condizione astratta, cioè con raggi proiettanti provenienti tutti da un punto posto a distanza infinita e quindi fra loro paralleli, che si possono dividere in ortogonali ed oblique, secondo la reciproca posizione dei raggi proiettanti e del quadro (fig. 34). Se l oggetto da rappresentare è una figura piana posta parallela al quadro, la sua proiezione sarà uguale all oggetto, indi- Fig. 32. La proiezione centrale o prospettiva nel disegno di architetture (da J. Vredeman, 1604). 18 pendentemente dalla inclinazione dei raggi proiettanti. Se la figura è disposta obliquamente rispetto al quadro, le sue dimensioni in proiezione variano secondo proporzioni dipendenti sia dall inclinazione dei raggi proiettanti sia da quella dell oggetto rispetto al quadro, ma mantenendo i rapporti fra le dimensioni presenti nell oggetto reale. L ulteriore suddivisione delle proiezioni parallele ha significato solo se si tratta di oggetti tridimensionali: la posizione di questi rispetto al quadro ed alla direzione dei raggi proiettanti dà origine alle assonometrie ed alle proiezioni ortografiche. Per comprendere la differenza fra i due tipi di proiezione si deve pensare di proiettare su un piano un insieme di tre segmenti fra loro ortogonali uscenti da un punto: nelle proiezioni assonometriche i segmenti sono orientati in modo che sul quadro compariranno sempre tutti e tre (anche se alterati nelle dimensioni a causa della loro inclinazione rispetto al quadro), mentre nelle proiezioni ortogonali ne appariranno soltanto due posti in un piano parallelo al quadro e quindi nella loro vera grandezza, mentre il terzo, perpendicolare al quadro, risulta invisibile, proiettandosi in un punto. L assonometria consente quindi la rappresentazione di un corpo tridimensionale, per mezzo di un unica proiezione, e dà una visione spaziale completa, abbastanza simile alle configurazioni percepite dall occhio umano (specie per oggetti abbastanza piccoli). Le assonometrie trovano applicazione nel campo tecnico perché, pur soddisfacendo le esigenze visive meno della prospettiva, sono di più facile esecuzione e permettono anche una descrizione dimensionale accettabile. La figura ottenuta si discosta spesso dall immagine reale, ma risulta adatta ad individuare immediatamente le reali dimensioni dell oggetto e permette di rappresentare facilmente le concezioni spaziali sia delle masse che dei particolari in esse inseriti. A questo è dovuta la fortuna del metodo che, specie nel caso della rappresentazione di organi meccanici, ha sostituito l uso della prospettiva. L assonometria consente utili rappresentazioni di schemi di impianti complessi ed è oggi resa di più economica realizzazione dalle moderne tecniche di elaborazione dell immagine.

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Volume 1