LINGUAGGIO VIVO NELL’IRC - L’IRC… vivo o morto? di Cristina

IdR Cristina Carnevale Linguaggio vivo nell IRC Insegnante di Metodologia e Didattica IRC - UPRA L IRC vivo o morto? Ogni giorno, nel nostro servizio di insegnanti di Religione cattolica, siamo chiamati a raccogliere una sfida a dir poco nodale: trovare sempre nuove vie per «rivitalizzare l IRC. Ogni giorno, nel nostro servizio di insegnanti di Religione cattolica, siamo chiamati a raccogliere una sfida a dir poco nodale: trovare sempre nuove vie per «rivitalizzare l IRC, dargli nuovo vigore, nuove energie. Dobbiamo avere l audacia in fondo di disporci continuamente in una prospettiva che potremmo definire «pasquale . Su questo piano, possiamo domandarci se il nostro insegnamento di Religione cattolica sia «vivo o «morto e, avvicinandoci alla Pasqua, possiamo osare chiederci (senza voler mancare di rispetto alla serietà dell evento pasquale) se si possa parlare effettivamente di una «risurrezione dell IRC nel cambiamento del mondo odierno, nella cultura di oggi e nel cuore dei nostri bambini. L IRC, ad esempio, può risorgere dalle macerie scolastiche del post-pandemia? Dalle complessità relazionali che si vivono nelle classi con sempre più alunni disagiati da diversi punti di vista? Dal vecchiume di sussidi e materiali anche multimediali che sono comunque così lontani dalla mente e dal vissuto dei nostri bambini? I linguaggi utilizzati nelle nostre proposte didattiche possono smuovere ancora l affettività e la ricerca di senso dei nostri alunni affogati in esperienze social-digitali sempre più coinvolgenti? L IRC può risorgere di fronte a genitori che non scelgono più l IRC dato che hanno perso ogni fiducia nel mondo religioso/ecclesiale (oltre che nella scuola!)? Con queste domande nel cuore, si tratta, fondamentalmente, di muovere coraggiosamente i nostri passi in direzione di «un esodo verso il futuro ( ); la fede è questa molla che spinge continuamente L Ora di Religione verso il futuro. ( ) Fede, dice Moltmann, non significa fuga dal mondo, bensì una brama intensa del futuro. Credere significa superare i confini, trascendere i limiti, impegnarsi in un esodo. Il cristianesimo è speranza, è orientamento e movimento in avanti, è rivoluzionamento e trasformazione del presente (Commento alle Letture della VII Domenica di Pasqua - Anno C, in Centro Catechistico Salesiano, Messale dell Assemblea Cristiana Festivo, Elledici, Leumann-Torino). Proiettati verso il nuovo In questa prospettiva, dovremmo essere insegnanti proiettati verso il nuovo. Ma quale «nuovo ? Andare verso il nuovo non significa sostenere una innovazione superficiale. Non è efficace, ad esempio, un rinnovamento solo tecnologico in cui sembra bastare qualche colpo di scena o qualche fuoco di artificio per catturare i ragazzi Noi, in realtà, non dobbiamo «catturare nessuno. Anzi, dobbiamo liberare, liberare energie, liberare curiosità, liberare domande e azioni di ricerca religiosa, movimenti di crescita e maturazione personale, relazionale e sociale dei nostri alunni. Dobbiamo urgentemente sostenere e accompagnare i nostri bambini in un cammino «vivente di interpretazione dell esperienza umana aperta al divino e al sacro, comprensione di sé, degli altri, del Mistero in cui siamo tutti inseriti. La prospettiva ermeneutico-esistenziale rimane sempre, in questo senso, un presupposto fondamentale dell educazione religiosa (cf M. Marchetto, Principi e presupposti per l educazione religiosa futura, in R. Romio [a cura di], Religione a scuola. Quale futuro?, Elledici, Torino 2019). L Evangelii Gaudium, al n. 6, afferma però che «Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua . Anche alcune giornate da IdR possono avere lo stesso stile. Eppure, alzarsi 14 Marzo 2023

L'Ora di Religione - N° 6
L'Ora di Religione - N° 6
Marzo 2023