Disegno tecnico industriale

NOTA: Quando si visualizza il modello in wireframe i bordi di colore azzurro sono quelli che delimitano una faccia mancante, oppure una superficie che non è saldata alle altre (infatti in fig. 6 è possibile visualizzare la mancanza della superficie nella parte posteriore, ed il problema nella zona del raccordo in cui sono indicati in azzurro i bordi che delimitano il raccordo stesso, e quelli che delimitano il corpo di superficie che non è stato rifilato correttamente, e che è considerato come non saldato rispetto agli altri). Cliccando su tentativo di riparare tutto nel property manager della diagnostica di importazione SolidWorks tenta di correggere automaticamente i problemi elencati. Si clicchi su Tentativo di riparare tutto ). In questo caso Solidworks riesce solo a riparare il problema sulla faccia difettosa, ma non quello sui giochi (fig. 7). Si clicchi su OK nel property manager della diagnostica di importazione. Quando la correzione automatica degli errori di importazione non è efficace, è necessario ricorrere a strategie di correzione manuali, che comportano l utilizzo di tecniche di modellazione di superfici. Fig. 6 Si proceda con la correzione dell errore legato alla superficie mancante nella parte posteriore del modello: è possibile utilizzare il comando superficie planare (presente nella scheda superfici del command manager) per costruire tale superficie. Si selezioni il comando, poi si clicchi col tasto destro su uno dei bordi come mostrato in fig. 8, e si scelga selezionare l apertura del loop per selezionare tutti i bordi che delimiteranno la superficie planare. Si clicchi su ok, ottenendo il risultato di figura 8. L utente potrà certamente notare che i bordi che delimitano la superficie planare appena creata sono di colore azzurro: ciò indica che la superficie non stata unita alle altre circostanti. Infatti una delle differenze fondamentali tra la modellazione per solidi e la modellazione per superfici è che ogni volta che viene creata una nuova superficie, questa non viene Fig. 7 Fig. 8 333