L'Ora di Religione - N° 3

Quando la dignità del bambino è rispettata Richiamare la necessità di rispettare la dignità del bambino non significa ovviamente cedere a un puerocentrismo evasivamente romantico né rinunciare irresponsabilmente al compito di guidarlo nel suo processo di crescita, ma dare un senso autentico e concreto a quella centralità della persona del bambino tante volte richiamata nei documenti ufficiali o proclamata nei nostri discorsi, per evitare di ricorrere a slogan che non trovano poi applicazione nella quotidiana prassi educativa. Che cosa significa, dunque, rispettare la dignità del bambino e in che modo questo rispetto si declina concretamente nella quotidiana interazione con lui? Già nel precedente richiamo delle diverse L Ora di Religione modalità negative di trattare il bambino si possono ricavare spunti operativi utili per l agire di ogni educatore. possibile comunque approfondire ulteriormente il significato di questo fondamentale principio educativo. In generale, prescindendo per il momento dalla ovvia necessità di soddisfare anzitutto i suoi bisogni primari e garantire un generale clima educativo accogliente e sereno, salvare e rispettare la dignità del bambino richiede, quale presupposto di base, la conoscenza sempre più accurata delle sue caratteristiche e dei suoi fondamentali bisogni. Questa conoscenza deve essere poi accompagnata da una serie di atteggiamenti dell educatore che possono prendere diversi nomi: attenzione, pazienza, ascolto, sincerità, capacità di attesa, cortesia, gentilezza, calma e tranquillità, disponibilità e sensibilità, fiducia. Si può aggiungere, anche, qualche ulteriore suggerimento. Trattare i bambini con educazione e gentilezza. Essere gentili con i bambini significa rendere loro piacevole la compagnia degli adulti. La gentilezza è «un esperienza di vita della quale non si può fare a meno se si crede nella dignità della persona (Eugenio Borgna, La dignità ferita, Feltrinelli editore, Milano 2013, p. 142). Accettare i bambini per quello che sono. Molte fantasie, aspettative, tormenti, gioie, delusioni accompagnano chi educa i bambini. L accettazione può diventare particolarmente problematica e difficile quando l adulto si trova di fronte a un bambino che presenta qualche handicap particolare o disturbo della condotta piuttosto rilevante. Dire la verità ai bambini. naturale che la verità da comunicare ai bambini deve essere rapportata alla loro età, alla qualità della relazione adulto-bambino, al contesto concreto in cui si trovano. I bambini hanno bisogno di sapere la verità, ad esempio, quando i genitori vivono una situazione che può portare alla separazione («Vi lasciate e mi lasciate? ); quando interrogano su temi che riguardano la sessualità; quando interrogano su temi di carattere religioso (la difficoltà a spiegare certi contenuti religiosi non deve significare che si raccontino cose fantastiche e non corrispondenti alla Parola di Dio). 11 IL NOCCIOLO Il bambino è persona: questo è il criterio fondamentale per sapere quando si rispetta - o non si rispetta - la sua dignità. Dicembre 2022 IdR limitate le loro capacità intellettuali, per cui non ci si deve preoccupare di spiegare più di tanto o rispondere a certe loro domande. L eccesso di direttività e di controllo. Un grado elevato di controllo e di direttività si ha quando si eccede in ordini e divieti, si copre il bambino di consigli e raccomandazioni, anche se molto spesso dati con le migliori intenzioni (proteggere il bambino, insegnargli le regole del vivere e del convivere, ecc.). Senza avvedersene, con i suoi interventi l adulto metacomunica che non si fida del bambino, il quale deve quindi essere continuamente «controllato , «contenuto per ovviamente «migliorarlo . «Ci dica come possiamo dire i no che aiutano a crescere : è una delle richieste più frequenti che viene fatta dai genitori in occasione di incontri formativi; raramente o quasi mai viene chiesto, invece, come fare in modo che i bambini vivano nella gioia e amino davvero la vita che è stata loro donata. Il castigare con fastidio e rabbia. I castighi non si possono certamente proibire in assoluto, però va ricordato il monito di don Bosco: «Difficilmente quando si castiga si conserva quella calma, che è necessaria per allontanare ogni dubbio che si opera per far sentire la propria autorità, o sfogare la propria passione (S. Giovanni Bosco, Epistolario, Torino, 1959, 4, 20). La mancanza di riguardo per i sentimenti del bambino. Se un bambino è molto arrabbiato, disperato , geloso o annoiato, è facile che l adulto si rivolga sbrigativamente a lui sollecitandolo a «non preoccuparsi , a «stare calmo , a «voler bene , ecc., anziché ascoltare, accogliere e rispettare i suoi sentimenti. L infanzia negata: si incoraggiano, ad esempio, apprendimenti precoci, sottraendo i necessari tempi di gioco ai bambini.

L'Ora di Religione - N° 3
L'Ora di Religione - N° 3
Dicembre 2022