L'Ora di Religione - N° 4

L Ora di Religione di parlare a vuoto. Spesso accade che i predicatori si servano di parole apprese durante i loro studi e in determinati ambienti, ma che non fanno parte del linguaggio comune delle persone che li ascoltano. ( ) Il rischio maggiore ( ) è abituarsi al proprio linguaggio e pensare che tutti gli altri lo usino e lo comprendano spontaneamente. Se si vuole adattarsi al linguaggio degli altri per poter arrivare ad essi con la Parola, si deve ascoltare molto, bisogna condividere la vita della gente e prestarvi volentieri attenzione (Ib. 158). A questo proposito, mi vengono in mente le carte Pokémon che ancora appassionano tanti bambini. Spesso le maestre «tolgono le carte e le ripongono nei cassetti delle cattedre perché «distraggono gli alunni. Se invece andiamo a vedere più da vicino ci accorgiamo che queste carte parlano ; possiamo renderci conto di come siano una sorta di allenamento alla vita relazionale: le «forze possedute dai diversi Pokémon hanno a che fare, ad esempio, con la «pazienza , hanno un anima, un carattere, alcuni sono rari, unici; lottano, ma lottano per vivere; si evolvono, cambiano come i nostri bambini che stanno crescendo. Seppure alcuni ritengano che i Pokémon non siano educativi, la Chiesa cattolica, attraverso SAT2000, riconosce che le carte e i videogiochi dei Pokémon non hanno alcuna controindicazione morale e, anzi, allenano i bambini alla fantasia e all inventiva, con storie che si basano sempre su un intenso legame di amicizia. Come insegnanti di Religione abbiamo quindi bisogno di riflettere di più sui nostri «incontri a scuola, sulle emozioni che abbiamo visto emergere dai cuori dei nostri alunni, dei colleghi, dei genitori Abbiamo bisogno di spazi e tempi in cui, lontani dal fare scuola, distanziandoci dagli eventi e dalle dinamiche, possiamo rielaborare i nostri vissuti e insieme fare esperienze formative in cui allenarci nella «prudenza, la capacità di comprensione, l arte di aspettare, la docilità allo Spirito ( ). Abbiamo bisogno di esercitarci nell arte di ascoltare, che è più che sentire. La prima cosa, nella comunicazione con l altro, è la capacità del cuore che rende possibile la prossimità, senza la quale non esiste un vero incontro spirituale (Ib. 171). 15 Gennaio 2023 IdR cuori ( ). Non si tratta di verità astratte o di freddi sillogismi (Papa Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, 24 novembre 2013, 142). Si tratta piuttosto di praticare «la bellissima e difficile missione di unire i cuori (Ib. 143). Parlare di dialogo e di unione di cuori non significa basare il proprio intervento in classe e le proprie relazioni a scuola sul teorico «vogliamoci bene e sull improvvisazione didattica, quasi basti entrare in aula o negli incontri collegiali con buoni e «cristiani propositi per riuscire a lasciare un segno edificante. Al contrario. Il saper instaurare un dialogo «amichevole si fonda, in primo luogo, sulla cura della nostra spiritualità e insieme su una buona formazione come IdR. «Parlare con il cuore implica mantenerlo non solo ardente, ma illuminato dall integrità della Rivelazione e dal cammino che la Parola di Dio ha percorso nel cuore della Chiesa (Ib. 144). Per utilizzare un linguaggio vivo che testimoni prossimità e condivisione, occorre poi saper «ascoltare . Ascoltare l altro vuol dire relazionarci con «uno sguardo di vicinanza per contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all altro tutte le volte che sia necessario. ( ) La Chiesa dovrà iniziare i suoi membri sacerdoti, religiosi e laici a questa «arte dell accompagnamento , perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell altro (cf Es 3,5). Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione, ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare (Ib. 169). Nella scuola e nell IRC questo accompagnamento personale nel processo di crescita avviene proponendo esperienze di apprendimento disciplinari che sappiano correlare contenuti e vita; qui porsi in ascolto dei nostri alunni significa ad esempio «collegare il messaggio del testo biblico con una situazione umana, con qualcosa che essi vivono, con un esperienza che ha bisogno della luce della Parola (Ib. 154). Certo, il linguaggio di prossimità per rispondere all ascolto dell altro deve essere radicato nella semplicità: «Dev essere il linguaggio che i destinatari comprendono per non correre il rischio

L'Ora di Religione - N° 4
L'Ora di Religione - N° 4
Gennaio 2023