SPAZIO DI ASCOLTO - La pratica del silenzio tra i banchi di

IdR Patrizia Cupini Spazio di ascolto IdR e Counselor socio-educativo La pratica del silenzio tra i banchi di scuola I rischi del pensare Per favorire un apertura interiore ai contenuti vitali della religione e integrare la parola, spesso inadeguata se non inconciliabile, nel tentativo di superarne i limiti. Dedicare alla «pratica del silenzio degli spazi durante le nostre lezioni come esperienza laboratoriale, facendo attenzione a non definirla «meditazione per evitare equivoci, pregiudizi e condizionamenti ideologici o religiosi, può favorire un apertura interiore ai contenuti vitali della religione e integrare la parola, spesso inadeguata se non inconciliabile, nel tentativo di superarne i limiti. Svincolare la «pratica del silenzio dal contesto new-age equivale a restituire valenza e significato a questa modalità di allenamento mentale, che può diventare evento, possibilità che spinge e alimenta nei nostri alunni il desiderio di conoscenza e induce verso ulteriori approfondimenti alla ricerca di senso nei contenuti dell IRC. L intenzione non è stimolare quelle che Maslow definisce «peak-experience , esperienze culminanti di trascendimento del sé, tantomeno formare piccoli mistici o sollecitare aspettative straordinarie negli allievi. Si tratta di un semplice allenamento dell attenzione che, focalizzata sul respiro, consente di osservare i propri pensieri andare e venire, favorendo lo sviluppo della «facoltà di riportare costantemente indietro l attenzione vagante , imparando in questo modo a non reagire automaticamente a ogni sollecitazione e a conoscere meglio se stessi. L Ora di Religione Pensare è sicuramente un dato positivo, ma spesso il pensiero può diventare un tiranno e/o un nemico se, inconsapevoli della sua origine, non si è in grado di esercitare potere sulla direzione che prenderà e si rimane in balia di fantasie e costruzioni mentali più o meno aderenti alla realtà che alimentano ansia e stati d animo negativi. Questo vagare della mente non si arresta attraverso l erudizione; è un errore credere che più siamo intelligenti e colti e maggiore sarà il controllo su noi stessi; le conoscenze non sono sufficienti a padroneggiare i pensieri, i sentimenti e le emozioni. Anche se indesiderati, non si riesce a interromperne il flusso pur sapendo che sono a volte inutili se non controproducenti, e risulta difficoltoso volgerli in modo positivo. Domare i pensieri non è facile. Nella tradizione orientale simboli di questa peculiarità della mente sono un cavallo in fuga non domato e una scimmia che salta di ramo in ramo chiacchierando incessantemente. Ritornare con l attenzione sul ritmo del proprio respiro accorgendosi dei pensieri che distraggono, senza esserne coinvolti ma semplicemente osservandoli, è un esercizio di consapevolezza semplice e prezioso, è un allenamento utile per formare una «mente calma e centrata in uno stato di vigile presenza che favorisce il contatto e l elaborazione delle proprie emozioni senza la necessità di reagire istintivamente a ogni stimolo. Rendersi conto del fluire continuo dei pensieri equivale a non identificarsi più con questi, così il bambino può imparare a gestirli come una parte di sé che non lo opprime più perché è in grado di osservarla, di prenderne coscienza e quindi distanza, disinnescando 12 Febbraio 2023

L'Ora di Religione - N° 5
L'Ora di Religione - N° 5
Febbraio 2023