LINGUAGGIO VIVO NELL’IRC - Ti parlo. Mi senti? Ti

IdR Linguaggio vivo nell IRC Ti parlo. Mi senti? Ti racconto Cristina Carnevale Insegnante di Metodologia e Didattica IRC - UPRA Per «aprire e «mantenere aperta la comunicazione è importante fare in modo che l altro si renda conto effettivamente che lo si sta «ascoltando . Abbiamo già considerato insieme come, nel linguaggio verbale e corporeo, l insegnante di Religione sia chiamato a scegliere modalità di «dialogo che mostrino «vicinanza e diano «ascolto e «spazio all altro, all espressione dell altro, sia esso l alunno, il gruppo classe nel suo insieme, i colleghi, i genitori, ecc. Da questo punto di vista sappiamo bene come la teoria dell ascolto attivo ci insegni che, per «aprire e «mantenere aperta la comunicazione sia importante offrire feedback di ascolto, fare in modo che l altro percepisca, si accorga, si renda conto effettivamente che lo si sta «ascoltando . Modalità per dimostrare attenzione Ci sono diverse modalità per dimostrare questa attenzione. In primo luogo sono importanti il contatto visivo e il linguaggio corporeo: ad esempio, in classe guardare l alunno, farsi vicini, assumere una postura rilassata e tranquilla. Poi, per far capire che abbiamo «ascoltato , bisogna paradossalmente «parlare , cioè esprimere con parole degli incoraggiamenti o delle riaffermazioni di ciò che l alunno ha detto, aiutandolo così a proseguire nella comunicazione, ad aprirsi ulteriormente, oppure a prendere in considerazione un aspetto piuttosto che un altro di ciò che sta raccontando. Questo si può fare attraverso il meccanismo della selezione degli argomenti L Ora di Religione riportati; ad esempio: se un bambino ci riporta un fatto successo in un «diluvio di parole , l abilità di noi insegnanti dovrebbe consistere nell individuare il «nodo decisivo di ciò che sta dicendo e rimandarlo con una parola chiave all alunno per aiutarlo a gestire la situazione o a cercare una soluzione al problema. L abilità della parafrasi (generare frasi alternative) e del riassunto sono altre modalità per comunicare alla persona che la si sta ascoltando: l insegnante dovrebbe riformulare ciò che il bambino dice parafrasando, riassumendo e possibilmente controllando l esattezza della comprensione (dicendo ad esempio alla fine: «Ho capito bene quello che mi stai dicendo? , « proprio così? ). Questo rimando di comprensione avviene anche mediante l osservare e il rispecchiare i sentimenti, restituendo con parole i sentimenti osservati o identificando i sentimenti «non detti , complessi e misti: occorre cioè dare nome ai sentimenti (dire ad esempio: «Mi sembra di capire, Francesco, che in quel momento ti sei sentito deluso e arrabbiato; è così? Ho capito bene? ). Per fare questo può essere utile ampliare il vocabolario delle emozioni nostro e dei nostri alunni. Consideriamo che la grande varietà e i diversi gradi delle emozioni sono riconducibili a 4 emozioni fondamentali: tristezza, rabbia, paura e gioia. Ognuna di queste ha poi delle gradazioni e delle diverse sfumature. Ad esempio: un bambino che ci appare «triste , in realtà può essere solo un po abbattuto, scoraggiato, amareggiato, oppure può sentirsi ferito o molto addolorato, fino ad essere angosciato o profondamente infelice. Anche la «rabbia può andare dalla semplice alterazione, impazienza o da un piccolo risentimento, fino al sentirsi offeso, indignato o addirittura furioso! Così anche la «paura può caratterizzarsi 14 Febbraio 2023

L'Ora di Religione - N° 5
L'Ora di Religione - N° 5
Febbraio 2023