LABORATORIO DI IRC - Tra il dire e il fare c’è di mezzo

Tra il dire e il fare ia nz Laboratorio di IRC a f In c è di mezzo Gesù Sulle tracce di Marta e Maria. La mania del fare Il bisogno di «fare è un retaggio della Rivoluzione industriale che ancora oggi non ci abbandona, ma anzi sembra diventare sempre più assillante. Siamo terrorizzati dall idea di annoiarci e perciò corriamo come palline impazzite di un flipper, inevitabilmente destinato al «tilt . Corriamo, corriamo tanto che rischiamo di dimenticare dove stiamo andando e il perché. Sin dalla tenera età siamo incoraggiati ad arrivare primi anche quando non c è una gara in corso; da adulti la necessità di muoversi diventa ancora più pressante proprio come la concorrenza. Chi non è competitivo è destinato a trovare sempre il posto occupato e la corsa è così frenetica da non avere il tempo di ascoltare i propri desideri e comprendere se è proprio quel posto che si vorrebbe raggiungere. Il medico americano Larry Dossey ha coniato l espressione «malattia del tempo proprio per descrivere questa condizione in cui l uomo si comporta come se il tempo gli sfuggisse di mano, disperato all idea di restare indietro rispetto ai programmi imposti dalla società del consumo. Anche i bambini, purtroppo, non sono esenti dal cadere vittime di questo modo di vivere che somiglia alla ruota del criceto. Recuperare la capacità di ascolto Dove ci porterà questa incontrollabile fretta di «fare ? Tutto questo bisogno di «fare rischia innanzi tutto di allontanarci dalla capacità di ascoltare noi stessi e gli altri. Senza l ascolto il nostro agire si rileva sterile, fine a se stesso; inol- L Ora di Religione 34 Ludovica Mazzuccato Insegnante tre, rinunciamo al gusto della vita che si svela passo dopo passo. Fare tante cose non è l espressione dell evoluzione umana, bensì assume il profilo di un involuzione. Questo è ciò che ci insegna anche la favola di Esopo della lepre e della tartaruga: non vince chi corre veloce, ma chi rispetta con costanza la propria andatura. In gioco c è molto più di una medaglia. Infatti, correre all impazzata solo perché è così che la società ci ha insegnato significa mettere in gioco la propria strada, la propria felicità. Maria e Marta: due facce della stessa medaglia L episodio evangelico di Marta e Maria ci offre una lettura corretta dell equilibrio che deve sussistere tra l ascolto/contemplazione e il fare. Il quadretto di Luca ci presenta Marta, tutta indaffarata, che si lamenta perché la sorella Maria se ne sta lì seduta ad ascoltare Gesù invece di aiutarla in cucina. Marta è l immagine di ognuno di noi quando siamo preoccupati di «fare , di agire, di correre. Maria, invece, è la donna dell ascolto, perciò simboleggia chi cerca di capire, chi rallenta la propria andatura per fermarsi a riflettere. Gesù rimprovera amorevolmente Marta: non per il suo servizio, non per il suo «fare , ma per il suo «agitarsi . Critica il suo continuo andare e venire che l allontanano da Lui. Marta fa senza riflettere, senza pensare. Marta e Maria, in fondo, sono due facce della stessa medaglia: attraverso di esse Gesù ci insegna che è necessario rallentare, prima di perdersi, per riacquistare la consapevolezza di sé, degli altri e di ciò che ci circonda. Solo ponendoci in ascolto possiamo, poi, agire in modo più autentico. Febbraio 2023

L'Ora di Religione - N° 5
L'Ora di Religione - N° 5
Febbraio 2023